tonaya

La regina dei video XXX in HD

Avevo i loro occhi piantati sulla pelle, ormai quel gioco folle e perverso andava avanti da più di due settimane. Era tutto cominciato con un apprezzamento pesante, scritto sulla lavagna.
Mi sarei dovuta indignare e dimenticare l'accaduto,invece mi ero ritrovata nei cessi degli insegnanti a masturbarmi selvaggiamente con video Porno e quattro dita piantate dentro.
Non riuscivo più a guardare la classe nello stesso modo, o meglio li vedevo per quelli che erano, ragazzi con voglie da uomini, provenienti da una Babele di etnie e culture, neri, sudamericani ed italiani molti dei quali provenienti da situazioni disagiate.
Per alcuni di loro ero solo quello che in realtà mi sentivo di essere, "carne da fottere", possibilmente sul cofano della mia utilitaria in fila a turno, come fossi un oggetto da usare per svuotare i coglioni.
Avevo immaginato esattamente quella scena mentre mi masturbavo, e avevo deciso di spingerli a farlo davvero.
I giorni seguenti le gonne si erano accorciate e i bottoni della camicetta avevano iniziato a lasciar intravvedere generose porzioni del mio seno da florida trentenne del sud.
Curve ostentate volgarmente, inguainate in gonne che ad ogni mossa salivano vertiginosamente, aizzavano i miei ragazzi come fossero un branco di lupi a cui si sventola una bistecca davanti al naso.
La bistecca che desideravano la avevo io tra le cosce, potevo sentire il loro testosterone nel' aria, l'odore di cazzo segato che mi arrivava dalla prima fila dove Obafemi mi guardava con insolenza, mentre la sua verga d'ebano ammiccava volgare da una tuta portata troppo larga.
Quel giorno uscii di casa dimenticandomi in bagno il buonsenso ed il pudore.
Volevo spingermi oltre, sapevo di rischiare il mio posto da precaria e la reputazione, ma ormai ero schiava di quegli occhi che mi bramavano ogni mattina.
Entrai in classe e subito mi sentii gli occhi sul culo, il vestitino bianco che indossavo lasciava intravvedere il reggiseno a balconcino che sorreggeva le mie tettone abbronzate, una scollatura esibita sfacciatamente, che non poteva passare inosservata. quando mi sedetti alla cattedra, iniziai a fare lezione, sentivo i loro occhi che mi sfioravano le cosce.
Il vestitino era inevitabilmente salito, e mentre parlavo di Pascoli e Leopardi presi il coraggio a due mani e lentamente lasciai schiudere le gambe,consapevole che quella mattina non mi ero messa le mutande. Lentamente il mio frutto pieno di voglia si offrì allo sguardo di quei giovani porci, sentivo i mormorii sussurrati all'orecchio, da fila a fila, da banco a banco.
Sapevo che me la stavano guardando e che tutti in quella classe ormai mi vedevano per quello che ero, una Troia esibizionista.

Le conseguenze non tardarono ad arrivare.
Durante la pausa prima dell' ultima ora, frugando in borsa per prendere le sigarette trovai un foglio piegato.
"Fatti trovare nei cessi alla fine della lezione,ti rompiamo anche nel culo, portati i goldoni".
Volgare, diretto, sgrammaticato e scritto goffamente, ma quelle poche parole mi accesero il fuoco dentro.
L'indecisione e i dubbi si fecero strada nella mia mente, intanto che i minuti si susseguivano tutti uguali durante un compito in classe che mi lasciava troppo tempo per pensare.
Istintivamente le gambe ora erano serrate, li avrei raggiunti in bagno e avrei spiegato loro che si trattava di un equivoco, che ero la loro insegnante e non dovevano permettersi di trattarmi come una troia.
Quando squillo' la campanella aspettai che la maggior parte degli studenti fossero andati verso la mensa.Preso il coraggio a due mani mi diressi verso i bagni.
Mi aspettavano in tre, c'era Obafemi, il ragazzo senegalese i cui grandi occhi scuri mi avevano sbranato per tutta la lezione e due ragazzi che sapevo essere due veri e propri teppisti, aspiranti repper vestiti come caricature di Ice-T.
Fuori dalla porta a fare da palo vidi Marco, un biondino magro e altissimo, a cui sarebbero spettati alla fine gli avanzi del mio corpo.
Due di loro avevano già il cazzo fuori dai pantaloni, la bega del nero era un impressionante randello di carne.
cercai di obbiettare e farli ragionare ma capii subito che il fiato lo avrei dovuto tenere per altro.
"Hai portato i goldoni?"
Mi si gelò il sangue nelle vene, ero fertilissima e ne avevo in borsa soltanto uno, quando spiegai il problema. la soluzione mi fece infradiciare tra le gambe al solo pensiero del sesso in hd.
Si sarebbero giocati la mia fica a dadi, gli altri due avrei dovuto spompinarli.
Obafemi nonostante le mie proteste mi disse che mi avrebbe fatto il culo, visto che il profilattico per lui era troppo piccolo.
Mentre la mia carne veniva messa in gioco, mi ero inginocchiata sulle piastrelle zozze del pavimento ed avevo incominciato a far sentire al nero le mie labbra sullo scroto, mi prese per i capelli e mimando una scopata con la mia bocca mi disse che dopo aver preso il suo cazzo lo avrei implorato di diventare la sua donna.
"Mettiti con le mani sul lavandino e aprì le cosce che è' il mio turno"
Quello che si faceva chiamare Tom mi aveva vinta, ero sbigottita ed eccitata, gettai via morale e pudore mi misi a pecora contro il lavandino ed alzando oscenamente il vestitino lo invitai a fottermi.
Mi si pianto' in corpo con foga, il cazzo era modesto, ma la morbosità della situazione mi aveva letteralmente fatta partire di testa.
Mi girai a cercare con gli occhi l'altro ragazzo, mi aspettava a un palmo dal viso, duro e paonazzo, senza alcun ritegno iniziai ritmicamente a spompinarlo mentre dietro di me, diligentemente in coda ad aspettare il suo turno c'era Oba pronto per sventrarmi.
Venni la prima volta quando vidi altri due ragazzi liceali che mi fissavano eccitati sul ciglio della porta, l'aria era satura di odori e sensazioni tanto forti che si poteva quasi sentirle sulla pelle.
Marco li aveva temuti fuori ma non aveva potuto impedirgli di godersi lo spettatolo.
"Vuoi che ti tenga una mano sulla bocca? se urli tireremo qua tutta la scuola"
Feci cenno di si con la testa, sapevo che nonostante la volgarità dell' offerta aveva ragione, chiusi gli occhi e alzai il culo docilmente.
Obafemi mi aveva puntato il cazzo tra le chiappe, sentii i capezzoli stretti in una morsa, le sue dita me li torsero malignamente, il ragazzo sapeva il fatto suo, era un fascio di muscoli e tendini neri.
Sentivo quel suo odore selvatico violarmi il naso e la mente, allargai le gambe e schizzai uno spruzzo di urina come una cavalla in calore.
"Obafemi, ti prego dammelo davanti, non resisto..... fottimi in figa, ti supplico!......
mettimi incinta!!.........sfondamela!!!!!"
Gli altri ragazzi erano imbambolati a fissare il giovane toro che mi stava coprendo, gemevo come una cagna in calore mentre mi infradiciavo le gambe di uno scroscio di umori spudorati, frutto dell'orgasmo più intenso della mia vita.
Le sue dita ora mi stavano lentamente segando il clitoride, duro come un piccolo cazzo, intanto che la sua salsiccia d'ebano mi faceva capire ad ogni affondo chi comandava.
Mi sentii dentro un fiume denso e caldo, poche botte violente ed ero piena di lui, nel cesso calo' un silenzio glaciale mentre mi asciugavo lo sperma meglio che potevo.
Finii in ginocchio gli altri due che ancora dovevano godermi in bocca, mentre avevo ancora i brividi per il piacere che avevo provato.
Quella sera mi preparai con cura, ero vestita come una vera zoccola, a casa di Obafemi c'era una festa a cui era stata invitata tutta la classe e io ne sarei stata l'attrazione principale.
"Ora sei la mia puttana bianca" mi aveva sussurrato all' orecchio prima di sfilarmi da dentro il suo grosso cazzo venoso, e come una zoccola sarei stata trattata,a meno che non volessi che il filmino di quella scopata nei cessi della scuola facesse il giro di tutti i social network.

I vostri commenti e le vostre opinioni sono il regalo più bello che possa ricevere, spero di avervi divertito e fatto provare qualcosa di intenso.

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  • roberta capurro